Cooperfisa: l’arte vercellese della fisarmonica che conquista il mondo

Dal 1921 Vercelli ospita una delle più prestigiose fabbriche artigianali di fisarmoniche al mondo. Una storia di musica, tradizione e futuro da proteggere.

Nel cuore di Vercelli, città nota per il riso e la sua storia millenaria, pulsa ancora un’eccellenza artigianale che pochi conoscono: la Cooperfisa, storica fabbrica di fisarmoniche fondata nel 1921. Un secolo di tradizione, innovazione e passione che ha portato questo marchio a essere apprezzato in tutto il mondo.

🎶 Un secolo di storia e musica

Nata come “Coopé Armoniche”, la Cooperfisa fu fondata da un gruppo di operai specializzati provenienti da altre botteghe artigiane di fisarmoniche. L’obiettivo era unire competenze e creatività per produrre strumenti di alta qualità, caratterizzati da una timbrica unica, come quella “musette”, che avrebbe poi influenzato la musica francese.

Negli anni ’30 e ’40, Vercelli contava ben 24 botteghe artigiane dedite alla costruzione di fisarmoniche, con una produzione destinata principalmente all’esportazione . La Cooperfisa riuscì a superare le difficoltà del secondo conflitto mondiale e, nonostante la crisi del settore negli anni ’60, continuò la sua attività grazie alla dedizione di pochi soci lavoratori.

🌍 Un’eccellenza che parla al mondo

Oggi, la Cooperfisa è riconosciuta e apprezzata a livello internazionale, con una presenza significativa in paesi come Francia, Germania, Portogallo e Brasile . In particolare, i mercati orientali rappresentano una delle principali destinazioni delle sue esportazioni, testimoniando l’universalità e l’appeal delle fisarmoniche vercellesi.

Ogni strumento è un pezzo unico, realizzato a mano con materiali selezionati e tecniche artigianali tramandate di generazione in generazione. La scritta “Vercelli – Italia”, incisa a mano su ogni fisarmonica, è un marchio di qualità e autenticità che accompagna questi strumenti nei palcoscenici di tutto il mondo.

🏙️ Vercelli ha molto da dire. Basta saper ascoltare.

Spesso si sente dire che a Vercelli “non c’è mai nulla di importante”. È un ritornello amaro, quasi automatico, che risuona nei bar, nei social, nei discorsi di chi ha smesso di guardarsi intorno. Eppure, basta varcare la soglia di luoghi come la Cooperfisa per rendersi conto di quanto questa affermazione sia ingiusta. Perché qui, tra banchi da lavoro e note che prendono forma, c’è una storia viva, un’eccellenza riconosciuta nel mondo, un patrimonio culturale tangibile che molti territori più celebrati ci invidierebbero.

La Cooperfisa non è solo una fabbrica: è la testimonianza concreta che anche in una città di provincia si possono creare bellezza, cultura, valore. È la prova che le radici non sono un ostacolo al futuro, ma una leva per proiettarsi oltre i confini. È la dimostrazione che il “non c’è nulla” è spesso solo una mancanza di curiosità, di informazione, di orgoglio.

🎨 L’estetica che suona: la bellezza delle fisarmoniche artigianali

Chi visita Cooperfisa per la prima volta rimane colpito non solo dal suono caldo e vibrante che si sprigiona da ogni strumento, ma anche dalla loro straordinaria bellezza visiva. Ogni fisarmonica è un’opera d’arte: intarsiata, dipinta, incisa a mano, spesso arricchita da decorazioni in madreperla, motivi floreali, fregi colorati e griglie cesellate che sembrano disegnate da un orafo più che da un liutaio.

Nella sala di montaggio, tra pelli, legni pregiati e meccanismi delicatissimi, si respira una cura quasi rituale: ogni gesto, ogni vite, ogni soffietto ha una sua logica, un suo peso, una sua storia. Chi lavora qui non costruisce strumenti: crea oggetti che cantano.

E forse è proprio questo uno degli aspetti più sorprendenti: vedere mani esperte — ma anche mani giovani, quando ci sono — intente a comporre bellezza, a dare vita a qualcosa che durerà decenni, che sarà toccato, ascoltato, custodito e suonato in ogni parte del mondo.

Lì dove la produzione industriale punta alla quantità e alla velocità, in Cooperfisa domina ancora il tempo lento dell’artigianato, quello che mette l’anima nelle cose. Un piacere profondo, che chi partecipa a queste fasi — anche solo da visitatore — percepisce con chiarezza: costruire una fisarmonica non è solo un lavoro. È un atto d’amore verso la musica.

👨‍🏭 La sfida del futuro: trovare nuove mani, nuove passioni

Nonostante il prestigio internazionale e la qualità indiscussa dei suoi strumenti, Cooperfisa — come molte realtà artigianali italiane — si trova oggi ad affrontare una sfida cruciale: la mancanza di giovani disposti a imparare il mestiere.

Fare il fisarmonicaio non è un lavoro qualsiasi: è un’arte complessa, fatta di manualità fine, conoscenza dei materiali, orecchio musicale, e soprattutto pazienza e dedizione. È un mestiere che non si impara in pochi mesi e che non offre scorciatoie, ma che restituisce un senso di compiutezza e orgoglio raro. Purtroppo, nella nostra società orientata alla velocità e alla virtualità, queste qualità non sempre attraggono le nuove generazioni.

Senza un passaggio di testimone consapevole, rischiamo di perdere per sempre un sapere che non è solo tecnico, ma anche culturale. La fisarmonica vercellese è parte del nostro patrimonio immateriale, e come tale va protetta. Non solo con incentivi economici, ma con un cambio di percezione: l’artigiano non è un mestiere minore, ma un custode di bellezza.

🏛️ Il ruolo del FAI: aprire le porte della conoscenza

In questo contesto, diventano fondamentali le iniziative di valorizzazione e divulgazione culturale. Una tra tutte: le giornate organizzate dal FAI di Vercelli, che negli ultimi anni ha incluso la Cooperfisa tra i luoghi da visitare nelle sue aperture straordinarie.

Grazie a queste visite guidate, centinaia di persone — studenti, famiglie, curiosi, musicisti — hanno potuto entrare in fabbrica, vedere da vicino ogni fase del lavoro, toccare con mano i materiali grezzi e gli strumenti finiti, ascoltare racconti, storie, aneddoti.

Si tratta di esperienze preziose, capaci di risvegliare l’interesse, far comprendere il valore del lavoro manuale e, in alcuni casi, persino di accendere vocazioni. Il FAI, in questo, svolge un ruolo essenziale: crea un ponte tra passato e futuro, tra chi sa e chi può imparare. Perché nessuna tradizione sopravvive da sola. Ha bisogno di essere vista, raccontata, vissuta.

🎭 La cultura come riscatto: una lezione da Vercelli

La storia della Cooperfisa è anche la storia di una città che non ha mai smesso di credere in se stessa, anche quando il mondo sembrava guardare altrove. Vercelli, pur tra crisi economiche, trasformazioni sociali e silenzi mediatici, ha saputo reinventarsi senza tradire la propria anima. Una città che ha visto fiorire decine di botteghe artigiane, testimoni di un saper fare che ha segnato generazioni, e che oggi può ancora vantare una realtà capace di far vibrare la sua voce nei teatri d’Europa, nei festival dell’Asia, nelle mani di musicisti di ogni latitudine.

Ma non è solo una questione musicale. La Cooperfisa ci parla di identità, di sviluppo, di futuro. È la dimostrazione che l’arte e la cultura non sono orpelli da esibire, ma risorse vive, capaci di generare lavoro, comunità, bellezza, senso. Eppure, troppo spesso dimentichiamo quanto valgano davvero.

Riconoscere queste eccellenze, sostenerle, raccontarle: è questo il compito che ci attende. Non per puro orgoglio locale, ma per restituire significato alla nostra appartenenza. Non con nostalgia, ma con visione. Perché senza cultura, anche l’economia diventa cieca.

Forse è giunto il momento di guardare Vercelli con occhi nuovi. Di capire che quello che spesso andiamo cercando altrove — autenticità, talento, ispirazione — esiste già qui, nei nostri laboratori, nelle nostre storie, nei suoni di una fisarmonica che ha fatto il giro del mondo.

Basta solo ascoltarla.

Marco Mattiuzzi
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Le mie opere su Invyartgallery: https://www.invyartgallery.it
Il mio BLOG: https://www.estrosfere.it
I miei libri su Amazon: https://www.mattiuzzi.net/book

Se sei interessato a visitare la fabbrica Cooperfisa o a saperne di più sulle loro fisarmoniche, visita il sito ufficiale www.cooperfisa.com.

By Marco Mattiuzzi

Artista poliedrico, ex docente e divulgatore, ha dedicato anni all'arte e alla comunicazione. Ha insegnato chitarra classica, esposto foto e scritto su riviste. Nel settore librario, ha promosso fotografia e arte tramite la HF Distribuzione, azienda specializzata nella vendita per corrispondenza. Attualmente è titolare della CYBERSPAZIO WEB & STREAMING HOSTING. Nel 2018 ha creato il gruppo Facebook "Pillole d'Arte" con oltre 65.000 iscritti e gestisce CYBERSPAZIO WEB RADIO dedicata alla musica classica. Collabora con diverse organizzazioni culturali a Vercelli, tra cui Amici dei Musei e Artes Liberales.
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